Secondo un’intervista rilasciata da Bosch la rivoluzione delle auto elettriche tarda ad arrivare
Gli elementi che produce e distribuisce spaziano dalle piccole parti per gli impianti di bordo fino a dispositivi anche molto complessi che rendono possibile la guida autonoma dei veicoli, grazie all’intelligenza artificiale. Per quanto riguarda i tempi e le conseguenze del passaggio verso la mobilità elettrica arrivano delle conferme proprio da Bosch, grazie a una recente intervista fatta a Stefan Hartung che guida il settore Mobility Solutions.
Egli ha parlato di una serie di cambiamenti che caratterizzeranno produzione e mercato nei prossimi dieci anni e che comunque, ci teniamo a sottolinearlo, vedono ancora una grande maggioranza di propulsioni termiche alla scadenza del 2030. Hartung ha infatti dichiarato: “Se guardiamo al 2030, circa tre quarti di tutti i veicoli avranno ancora un motore a combustione, anche se molti saranno assistiti dall’elettrificazione. E ci saranno propulsori benzina e diesel molto puliti, anche se più dovremo impegnarci per una combustione sempre più pulita e più dovremo applicare sistemi per il controllo delle emissioni’”.
Echion Technologies, una startup specializzata in batterie creata da ricercatori dell’università di Cambridge ha annunciato di aver trovato il modo di ricaricare le batterie al litio all’istante.
La produzione
tradizionale di batterie al litio impiega lamine di rame rivestite
da polvere di grafite per realizzare gli anodi. Il problema però è
noto: in base di ricarica rapida se si eccede con la quantità di corrente
inviata e non si gestisce il bilanciamento termico la batteria esplode.
Fino ad oggi, perché Echion Technologies, una startup creata da ricercatori dell’università di Cambridge, ha annunciato di aver trovato il modo di trasferire la carica in modo quasi istantaneo senza il rischio che la batteria esploda. Abbiamo sentito mille volte parlare di nuove tecnologie rivoluzionarie per la creazione di batterie, ma questa volta non ci troviamo davanti a brevetti o invenzioni teoriche, ma ad un qualcosa che secondo la Echion funziona già e che sarà pronto a essere immesso sul mercato in larga scala entro il 2020, con due focus: batterie di smartphone e batterie di auto elettriche. Le prime saranno caricate in pochi istanti, quelle delle auto elettriche in circa 6 minuti.
Nonostante un giorno lavorativo in più, il mercato delle autovetture in luglio rimane sui livelli dell’anno scorso (-0,1%), con 152.800 autovetture immatricolate rispetto alle 152.949 dello stesso mese del 2018. Nel cumulato dei 7 mesi le immatricolazioni rimangono in territorio negativo, con 1.235.698 unità verso le 1.274.598 del gennaio-luglio 2018: una flessione di circa il 3,1%.
Il fatturato relativo alle vetture immatricolate nei primi 7 mesi segna un calo del 2% con 27,0 miliardi di euro rispetto ai 27,5 miliardi dello stesso periodo 2018. Conseguentemente, la perdita di IVA per le casse dell’Erario ammonta a 100 milioni di euro (-2%).
Tra i requisiti da avere marcatura CE per i mezzi, apparecchiature sonore, luci e limitatori di velocità. Ritorno sulle strade previsto a ottobre
Lo scorso 14 agosto il Comune di Milano ha ordinato alle società di noleggio diritirare i monopattini elettrici in circolazionein attesa delle linee guida e di unavviso pubblico. Ora il capoluogo lombardo ha fissato le condizioni di circolazione dei mezzi che ritorneranno sulle strade a ottobre, dopo un mese e mezzo di stop. Il bando per manifestazioni di interesse sarà pubblicato entro settembre.
Marcatura CE per i mezzi, apparecchiature sonore, luci e limitatori di velocità; flotte con numero minimo e massimo, fino al raggiungimento di un tetto di dispositivi in città, meno di 10mila in tutto; cauzione per ciascun mezzo (fideiussione bancaria o assicurativa di durata equivalente al periodo di servizio), come garanzia in caso di intervento del Comune per la rimozione durante o al termine del servizio; pagamento annuo di un contributo all’amministrazione a copertura dell’occupazione del suolo pubblico.
Una piccola rassegna delle automobili a trazione elettrica più a buon mercato, perfette per la città
Ilprezzo delle auto elettricheè ancora oggi un elemento discriminante che incide sulla diffusione di questa tipologia di vettura. A parità di equipaggiamento e di prestazioni,un’auto elettrica costa di piùdi un’equivalente endotermica, e – senza scomodare Tesla – non tutti hanno a disposizione fondi per permettersela. Un aggravio di spesa che può essere in parte compensato usufruendo degli incentivi, anche se alla fine il prezzo di una vettura elettrica rimane sempre importante.
Costano di più semplicemente perché labatteria– che è sicuramente l’elemento più caro e critico di queste vetture – ha un prezzo ancora elevato.
Il documento firmato dagli assessori diffida gli operatori dal continuare l’attività di noleggio. «Via in attesa di bando e segnaletica»
Via i monopattini dalle strade di Milano entro tre giorni. Così dice la lettera che il Comune ha inviato mercoledì 14 agosto alle aziende che offrono monopattini elettrici in condivisione. Il documento, firmato dagli assessori Anna Scavuzzo (Sicurezza) e Marco Granelli (Mobilità), diffida gli operatori dal continuare l’attività di noleggio dei mezzi fintantoché non sarà pronto il necessario bando e saranno posizionati i cartelli previsti dalla legge.
Tutto ruota intorno a batteria e impianto di raffreddamento, ma il risparmio è netto
L’auto elettrica, dal punto di vista meccanico, è molto piùsemplicedi un’auto con motore termico. Sono lebatterie, ancora molto costose, ad incidere sul prezzo. Sul resto – powertrain e componentistica – sono generalmente meno complessi. La differenza nello schema propulsivo fa si che lamanutenzione ordinariadi una EV sia meno costosa di quella di un’auto simile a motore termico.
I dati di mercato
vedono un calo significativo delle vendite di auto sul mercato italiano.
Certamente si tratta
di una situazione con diverse cause. La stagnazione economica, che tanto
assomiglia alla parola crisi, l’incertezza delle prospettive, la rissa
semipermanente della politica.
Ma a pesare sulle
vendite c’è senza dubbio anche un altro elemento, la confusione dei cittadini –
e delle aziende – sul tipo di motorizzazione con cui viaggiare nei prossimi
anni.
Il diesel è stato
spinto dalle amministrazioni pubbliche di tutta Europa per anni, quando in
realtà inquinava moltissimo. Oggi che il progresso tecnologico ha fatto passi
da gigante e le normative internazionali sono diventate assai più stringenti,
il diesel si può dire che sia una motorizzazione “pulita”, e soprattutto ancora
con ampi margini di ulteriore miglioramento.
Ma nel frattempo,
complice lo scandalo dei dati truccati (beccata Volkswagen, ma il sospetto
fondato è che lo facessero tutti i costruttori) l’atmosfera attorno al diesel è
cambiata completamente.
Improvvisamente è
diventato il nemico pubblico numero uno e tutte le grandi città d’Europa fanno
a gara, una stupida gara, a chi mette le restrizioni più stringenti per il
prossimo futuro alla circolazione con auto diesel.
Adesso il credo è la
mobilità elettrica. Per carità, va benissimo, ma non raccontiamoci la storiella
che sia la soluzione di tutti i problemi di inquinamento e del riscaldamento
globale.
Innanzitutto, quando
dovessero circolare milioni di auto elettriche, aumenterebbe di conseguenza la
richiesta di elettricità, e non è detto che ciò sarebbe possibile utilizzando
solo le fonti rinnovabili e non, banalmente, il petrolio e suoi derivati. Il
che significherebbe essere di nuovo al punto di partenza.
E poi c’è un
grandissimo tema ancora lungi dall’essere risolto, quanto sono veramente
utilizzabili le auto elettriche per un uso lavorativo intenso?
La risposta è chiara,
poco. Chi deve fare tanti chilometri per lavoro non può essere soddisfatto dell’autonomia
offerta dai prodotti oggi in vendita, nessuno escluso. Per altro più costosi
delle auto con motore endotermico.
In questo stato di
confusione il consumatore rimanda l’acquisto, le aziende perdono fatturato e
solo i gruppi più forti sono in grado di sviluppare in parallelo le tecnologie
tradizionali e l’elettrico o l’ibrido.
Le aziende tedesche,
leader nella tecnologia diesel, non hanno nessuna intenzione di lasciar morire
questa motorizzazione e nel contempo investono sull’elettrico. Un grande sforzo
ma la prospettiva è quella di esserci per tutti i consumatori nel mondo.
Ad ogni esigenza la
sua risposta.
Non così può fare FCA
che non ha le risorse (e forse la volontà) per portare avanti lo sviluppo delle
tecnologie tradizionali e dell’elettrico e sembra aver virato con decisione su
quest’ultimo abbandonando “la barca” del diesel.
In ballo c’è il futuro
dell’Azienda, migliaia di posti di lavoro, un patrimonio di know how
importantissimo.
Solo il futuro ci potrà dire se la decisione di Manley e dei suoi uomini sarà stata saggia.
Vittorio Pentimalli è un ricercatore qualitativo e quantitativo.
È stato proprietario e amministratore delegato di MdS Consulting Srl, Istituto di ricerca iscritto all’Esomar che ha operato per 20 anni con clienti come Volkswagen, Toyota, Hewlett Packard, Fineco Bank, Sole 24 Ore e altri, principalmente per indagini di customer satisfaction, customer experience, brand equity.Ha sviluppato modelli di rilevazione dell’analisi di clima in collaborazione con psicologi del lavoro.
Ha collaborato da consulente esterno per istituti di ricerca come GPF e Associati, Episteme, Aimpoint Research e altri.
Attualmente svolge la sua attività come libero professionista. Da qualche anno si è accostato anche ai temi dello sviluppo sostenibile.
Nel primo semestre 2019 il fatturato aftermarket riporta un lieve ribasso dello 0,6 per cento rispetto a gennaio-giugno 2018, che era in rialzo del più 2,3 per cento in confronto all’analogo periodo del 2017. A indicarlo Componenti ANFIA, nella rilevazione “Barometro Aftermarket”, indicante una tendenza del mercato automotive su base mensile.
Morgan Stanley, -30% valore componente per le batterie in 1 anno
L’auto elettrica non decolla e il prezzo del litio, componente essenziale per le batterie di nuova generazione, crolla del 30% in un anno, portandosi a 9.587 dollari (8.600 euro) a tonnellata. E’ quanto sostengono gli analisti di Morgan Stanley, che prevedono un prezzo ben al di sotto della soglia dei 10mila dollari (8.930 euro) per tonnellata per le forniture provenienti dal Sud America, con una media compresa tra i 7 mila (6.250 euro) e gli 8.100 dollari (7.230 euro) nel 2025.